Sabato 16 settembre 2017 il gruppo missionario delle parrocchia ha organizzato una “cena” con collegamento audio e video con i missionari di Maputo in Mozambico.

Dopo aver mangiato le ottime pietanze che ognuno aveva preparato a casa per condividere, don Roberto ha chiamato tramite Skype padre Fiorenzo e Antonietta, che sono presenti in questa missione da anni, grazie alla Comunità Missionaria di Villaregia.

Durante la video conferenza, durata più di un’ ora, i missionari ci hanno descritto come è strutturata e organizzata la missione. La missione, nella periferia di Maputo, copre un’ area larga circa 25 km dove vivono tra le 110 e le 130 mila persone; nessuno conosce il numero preciso.

In questa area così vasta, ci sono solo 2 medici ed un unica chiesa di muratura con un tetto. L’elettricità non è disponibile per la quasi totalità degli abitanti, quindi la vita di tutti i giorni segue il ritmo naturale del giorno e della notte.

Gli adolescenti che vanno a scuola in città si svegliano alle 4 e 30 del mattino e dopo aver acceso il fuoco per scaldarsi qualcosa per la colazione, camminano anche per più di un’ ora prima di arrivare in città. Quando piove tutto si complica perché le strade non sono asfaltate.

In Mozambico l’aspettativa di vita è di 57 anni, ma i missionari ci hanno raccontato che ogni settimana partecipano a qualche funerale e che l’età media dei defunti è molto più bassa. Le malattie, anche quelle più innocue per noi, sono il pericolo maggiore per gli abitanti del posto.

In questi ultimi anni sono più frequenti anche i problemi tipici dell’occidente: la violenza, la droga e la criminalità; tutti questi fattori rendono la vita ancora più precaria.

Padre Fiorenzo ci ha fatto notare che, nonostante la vita nella periferia di Maputo sia molto difficile e complicata, le persone sono molto felici ed affrontano la vita in modo esemplare.

Alla fine padre Fiorenzo ci ha salutato dicendo il padre nostro nella lingua locale, ma solo la prima parte, perché il dialetto è molto complesso da imparare.

Noi come parrocchia ci siamo presi l’impegno di raccogliere dei fondi per aiutare la missione a comprare un piccolo terreno dove poter costruire una chiesa, perché come ci hanno spiegato i missionari, dove c’è una chiesa (edificio) si crea un punto di riferimento per gli abitanti della missione, che è il primo seme della Chiesa (comunità).